Questa settimana (16/03/2025), nell’inserto “Dal Campo alla Tavola”, del settimanale La Difesa del Popolo, si parla di Distilleria Rizzi!
Riportiamo l’articolo completo, redatto da Emanuele Cenghiaro, che abbiamo avuto il piacere di ricevere nella nostra distilleria; nel suo racconto ripercorre in breve la storia della distilleria dal nostro arrivo, con uno sguardo alla nostra visione sul futuro dell’azienda.
Due liquori e… un distillato: così rinasce un liquorificio.
Il periodo di isolamento durante il Covid per qualcuno è stato portatore di un vero e proprio cambio di vita. Così è accaduto, per esempio, a due giovani, Maddalena Varotto e Alessandro Belluco, che da segregati in casa hanno scoperto la loro vera vocazione: la distillazione. Coppia nella vita e ora anche nel lavoro, nel dicembre 2022 hanno rilevato una storica attività, la Distilleria Rizzi di Mestrino (www.distilleriarizzi.com).
«Come molte persone – raccontano Maddalena e Alessandro – nei mesi dell’isolamento abbiamo iniziato a seguire dei corsi online, tra cui uno per sommelier dei distillati. Dopo la pandemia abbiamo proseguito la passione, abbiamo provato a fare in proprio delle infusioni e alla fine avevamo un vero e proprio laboratorio in garage. Entrambi facevamo tutt’altro nella vita: abbiamo provato a guardarci intorno se potevamo trasformare la nostra passione in un lavoro e così è stato».
Il sogno era quello di avviare una vera e propria distilleria: costi e difficoltà burocratiche hanno invitato i due a più miti consigli.
Dal passaparola tra amici di amici è spuntata fuori un’occasione: rilevare un’attività che stava per chiudere perché il titolare andava in pensione e non c’era nessuno intenzionato a proseguirne l’attività. «Avevamo in realtà già conosciuto la Distilleria Rizzi – rivela Maddalena – ma poiché da tempo aveva chiuso l’attività di distillazione vera e propria mantenendo solo quella di liquorificio, l’avevamo scartata. Poi però abbiamo riflettuto che era comunque un’opportunità e che ci sono già molte distillerie nel territorio che ci possono fornire il prodotto pronto da lavorare. Il precedente proprietario ci ha aiutato molto agli inizi, ci ha introdotto alla clientela: di fatto l’attività non si è mai fermata».
In questi primi due anni i nuovi titolari hanno iniziato a cambiare molte cose: hanno aperto uno spaccio per il pubblico, allargato la gamma degli sciroppi alla frutta – ora i gusti sono una dozzina, dai classici limone e arancia alle novità caffè, liquirizia, cocco e frutti di bosco – e iniziato a rinnovare le etichette. «La nuova normativa prevede che tutto il prodotto realizzato dal 2023 riporti una serie di nuove informazioni: mano a mano che finiamo le scorte lanciamo le nuove etichette, cercando di mediare tra la tradizione e le esigenze moderne. Stiamo mettendo mano anche alle bottiglie per uniformare l’immagine».
Ci sono alcuni prodotti, in particolare quelli professionali che vengono venduti solo ai laboratori, che non si toccano: per gli altri – amari, aperitivi, liquori vari – sono state talvolta riviste le ricette e vi sono delle novità come l’elisir di Rabarbaro.
Ma il vero lavoro che appassiona i due neo-imprenditori è il recupero del passato: «Abbiamo trovato una serie di strumenti del fondatore, oggi esposti in una vetrina, tra cui alcuni ricettari originali: stiamo cercando di rifare quelle ricette, adeguandole alle normative e alle esigenze di oggi, senza i coloranti proibiti e con minori quantità di zucchero».
Che siano infusi o liquori, Maddalena e Alessandro ci tengono alle materie prime, che lavorano loro stessi come nel caso degli agrumi, forniti da un produttore del Garda, e della frutta fresca. «Abbiamo un estrattore per ricavare il succo che usiamo negli sciroppi e un essiccatore per la scorza, edibile perché non trattata chimicamente, e per la polpa della frutta che utilizziamo per le nostre infusioni».
I prodotti della Distilleria Rizzi non si trovano nella grande distribuzione ma per lo più sono serviti in bar e ristoranti. Quali sono i più amati?
«Il nostro amaro Felsina per il dopo pasto – rivelano i titolari – ma d’inverno anche il nostro Garofano, infuso a base di cannella, chiodi di garofano, arance e mele, che molti aggiungono al vino per farci il brulé».